
Da più di 160 anni, scriviamo la storia
della nautica internazionale.
Pietro Baglietto dà inizio al sogno fondando gli omonimi cantieri, che a quel tempo si trovavano a Varazze. All’inizio si costruivano piccoli scafi e gozzi ma presto, grazie alla lungimiranza del fondatore, ci si orientò verso lo yachting.


Prende il largo la prima imbarcazione da regata. Baglietto costruisce Rosy, un cutter di 7,50 m destinato a diventare leggenda.
Papa Leone XIII riceve in dono La Barchetta, imbarcazione commissionata ai cantieri da un gruppo di notabili genovesi. Nello stesso anno viene costruita anche l’imbattibile iole
Ora e Sempre.


I Cantieri arrivano primi ad un altro traguardo: modificano lo yacht da competizione Miss Mary, che diventa campione di regata.
Il risultato è il primo di una lunga serie di trionfi nelle competizioni sportive.
Nuovo secolo: l’ancora per la costruzione del mito è gettata. Nel 1906 i Cantieri costruiscono Giuseppina, il più grande yacht da crociera d’Italia con “motore a esplosione”.
Un natante lungo 22,60 m per 33 tonnellate di peso. Dello stesso anno è la costruzione del primo aliscafo al mondo.

Bernardo Baglietto succede al padre Pietro.
La storia di successo del marchio del Gabbiano non si arresta.

I Cantieri sono impegnati in commesse governative. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale, infatti, la produzione viene adeguata. Baglietto produce per la Marina Regia idrovolanti e il MAS, un motoscafo armato antisommergibile. Il nome dell’imbarcazione fu di ispirazione a D’Annunzio per la scrittura del suo motto “Memento Audere Semper”.
Prendono il largo diverse imbarcazioni da diporto realizzate per personalità di spicco. Tra gli acquirenti ci sono il re di Spagna Alfonso XIII, Guglielmo Marconi, Umberto II, e anche Puccini con Cio Cio San, e D’Annunzio con Alcyone.



Dalla mano di Vittorio Baglietto nasce La Spina, il primo 12m costruito in Italia. Si distingueva per gli allestimenti curati e la tecnologia all’avanguardia impiegata a bordo.
Il leggendario MAS rompe un altro record:
quello dei 50 nodi di velocità. Il modello fu rivisto per aumentarne le prestazioni e la perfezione tecnologica.

Baglietto, un cantiere in costante evoluzione. Grazie alla collaborazione con il governo italiano il Gabbiano compie una importante evoluzione tecnologica. Caroly, uno yawl di 22,66 m ne è un esempio. Appena varato compie la regata Genova-Buenos Aires in appena 4 mesi.
Ad indicare la rotta ai Cantieri arriva Pietro Baglietto Junior. Anche lui come il nonno Pietro e lo zio si dedica alla progettazione; nello stesso anno firma RORC Lanzerota, imbarcazione di III classe estremamente leggerezza
e all’avanguardia.
Baglietto continua a vincere: con il Twins VI la “Coppa d’Italia” prima ad Helsinki e poi a Genova, e con il Twins II trionfa a Sandhamn (Svezia) ottenendo la “Coppa Oro” e la “Coppa di Francia” a Ginevra.
Nuove tecniche di produzione. Baglietto introduce il compensato marino e mette a punto nuove tecniche di produzione. Un caso emblematico è quello del Flying Bridge: una importante novità strutturale che permette di sfruttare appieno il tetto dell’imbarcazione
e aumenta le prestazioni.


L’affermazione del mito
e le serie in legno.
Le isole del mediterraneo ispirano la serie di imbarcazioni in legno: Elba di 11,50 m, Ischia e Capri di 14 m, Minorca di 20 m e Maiorca di 22 m.

Verso nuovi orizzonti:
gli anni dell’alluminio.
Le prestazioni delle nuove imbarcazioni migliorano sensibilmente grazie alle nuove tecnologie e a un design sempre più ricercato. Il motor yacht Chato con i suoi 26 m di lunghezza e la propulsione ad idrogetto, raggiungere i 62,50 nodi di velocità; e gli yacht della serie numerica 18 m 16,50 m e 20 m, dotati anch’essi di soluzioni tecnologiche all’avanguardia come l’idrodinamica e carene plananti che garantiscono prestazioni sorprendenti.

Baglietto raggiunge
nuove dimensioni.
Negli anni ’80 i Cantieri iniziano a produrre yacht di grandi dimensioni, sempre in alluminio. Il primo modello è Al Fahedi disegnato dall’Arch. Giovanni Zuccon e lungo 44,82 m, il primo megayacht della storia. Poi, l’architetto navale Alberto Mercati, crea Adler: un motor yacht di 35 m che raggiunge i 36 nodi. Sono i primi mega yacht di concezione moderna, un altro primato per Baglietto.
Che il futuro abbia inizio:
i grandi yacht.
Dalla matita di Aldo Chichero nascono le due imbarcazioni che definirono il concetto di “serie” per Baglietto: una produzione curata nei minimi dettagli, che rende ogni pezzo unico.
Il modello Maffy Blue viene varato nel 1991, misura 33 m e raggiunge i 30 nodi di velocità. È un mega yacht con interni lussuosissimi, un design accattivante e linee decise.
Due anni dopo, salpa dai Cantieri Baglietto Alba (30 m) che presenta lo stesso stile che verrà poi adottato nella produzione contemporanea.


Francesco Paszkowski progetta Opus, il primo open di 29 m che può raggiungere i 40 nodi.
È l’inizio di una collaborazione felice che continua anche a i giorni nostri.

Baglietto acquisisce i Cantieri Ferrari, con sede a La Spezia, e affronta un nuovo periodo di rinnovamento e di aumento della capacità produttiva. Paszkowski realizza Charly Boy, di 30 m e nel 2001 Thunderball, la prima serie di “Fast Yacht” da 34 m.
Modelli come RC costruito nel 2004 per Roberto Cavalli firmato da Tommaso Spadolini, Tatiana per sempre, il 34 m Blue Princess (2005) e Blue Scorpion (42 m) varato l’anno seguente, sono l’esempio delle capacità costruttive e visionarie del cantiere. Insieme a Bolaro, Apache II, Gitana, Baraka.
Navigare verso
il domani.
Nel 2012 i Cantieri Baglietto vengono acquisiti dalla Famiglia Gavio, uno dei gruppi industriali più solidi d’Italia. È l’inizio di una nuova rotta.










